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Carnevale
Maria Lamkin
Sulla possibile origine di questo termine esistono molte ipotesi. Secondo le più accreditate esso deriverebbe dal latino medievale carnem levare, "togliere la carne" dalla dieta (una definizione, questa, probabilmente collegata al divieto imposto dalla religione cattolica di consumare carne durante l'imminente quaresima, in particolare il venerdì). E' poi da ricordare che dal termine latino medievale carnem laxare, "lasciare la carne", deriva anche l'aggettivo "carnasciale", da cui il termine del quattrocento letterario "canti carnascialeschi" (connotante i canti di struttura metrica simile alla ballata eseguiti un tempo a Firenze in occasione delle mascherate di Carnevale).
Il "carnevale" originò da riti propiziatori di fertilità precedenti l'arrivo della primavera, dunque da usi e costumi il cui carattere era a metà fra il magico ed il rituale. In quelle epoche, per esempio, le maschere erano viste come ciò che poteva conferire a chi le indossava un potere sovrannaturale; era credenza comune, inoltre, che le manifestazioni di ilarità potessero tenere a bada gli spiriti maligni. Altre celebrazioni più o meno simili ad esso possono essere ricondotte all'epoca romana. Nella seconda metà di dicembre, alla fine della stagione agricola, avevano luogo a Roma i Saturnalia, riti orgiastici caratterizzati dalla baldoria e dalla licenziosità con cui si celebrava la mitica età dell'oro legata al dio Saturno. Dopo le cerimonie che si svolgevano nel suo tempio, sito nel Foro, gli antichi Romani si divertivano mascherandosi e circondandosi di saltimbanchi e di quanti si scambiavano doni e ruoli; per qualche giorno, anche i servi e gli schiavi potevano godersi la propria parte di divertimenti. A metà febbraio seguivano i Lupercalia, dedicati al dio che proteggeva le greggi. Nel momento culminante i luperci (coloro che allontanavano i lupi) si riunivano nella grotta del Lupercale ai piedi del Palatino, dove, come afferma la tradizione, la lupa aveva allattato Romolo e Remo. Ricoperti di pelli di lupo, essi davano quindi inizio alla purificazione, che attuavano fustigando i passanti. Con l'inizio del cristianesimo questa celebrazione, perdendo il carattere che aveva avuto in origine, divenne un'occasione con cui festeggiare temporaneamente il predominio del divertimento, della comicità, dell'irrazionale e del misterioso sulla realtà quotidiana. Come sottolinea il famoso detto, "a Carnevale ogni scherzo vale".
Caratteristici di questo periodo sono, accanto alla fantasia, quellatmosfera di libertà e quella trasformazione delle convenzioni sociali che sono al centro dei balli in maschera e degli spettacolari cortei di carri allegorici. Alla base di tutto è ovviamente un insieme di forze inconsce. Accanto al desiderio di assumere un'altra identità rappresentato dal mascherarsi v'è dunque quello di dare libero sfogo sia al timore delle privazioni ( in parte rappresentate dai divieti della Quaresima), sia agli auspici per l'arrivo della rinascita (rappresentata dall'imminente inizio della primavera). Le gioiose feste collettive fra il grottesco ed il comico sono tutte accomunate dalla presenza di costumi e travestimenti più o meno elaborati. Molte delle maschere rappresentano i personaggi della Commedia dell'Arte italiana e ne connotano il ruolo teatrale, le caratteristiche, la regione o la città di provenienza. A titolo esemplificativo citiamo le due più famose, entrambe collegate alla Commedia dell'Arte. La prima è Arlecchino, un arguto personaggio che si riteneva essere stato in origine alla testa di una banda di diavoli (come ricordo di questa sua origine per metà demoniaca indossa tuttora una mascherina nera). Egli rappresenta un servo ignorante, affamato, e stracciato il cui vestito è per l'appunto cucito con pezzi di stoffa di forma romboidale e di vari colori. L'altra è Pulcinella, la cui voce stridula ricorda il verso del pulcino (da ciò deriverebbe il suo nome). Si tratta di una maschera di origine napoletana che rappresenta il popolano scansafatiche ma furbo che mette in atto tutti i possibili espedienti per sfuggire alla miseria. Il costume consiste di calzoni, un lungo camiciotto, ed un berretto tutti di colore bianco, accompagnati da una maschera nera con naso adunco, anch' essa, come nel caso di Arlecchino, quasi a ricordo di una presunta origine quasi diabolica..
Così come nel resto dell'Europa meridionale, anche in Italia il clou di questo periodo coincide con la domenica che precede il mercoledì delle Ceneri (inizio della quaresima) e termina il martedì successivo, per l'appunto il giorno di Carnevale. La denominazione con cui quest'ultimo è noto - martedì grasso - proviene dall'usanza di consumare un pasto a base di carne e grassi prima che abbia inizio l'alimentazione a base di magro che caratterizza la quaresima. Sono molti i luoghi in cui le celebrazioni iniziano il giovedì precedente (a cui si accompagna, anche in questo caso, la definizione di "grasso"). Un caso interessante è infine rappresentato dalla Lombardia. Essa è famosa per il Carnevale ambrosiano, che viene prolungato fino al sabato seguente al Mercoledì delle Ceneri.. Tutto ciò, come il nome stesso rivela, grazie all'antico vescovo di Milano S.Ambrogio (oggi suo patrono), il quale modificò la data d'inizio della Quaresima.
La festa è naturalmente sentita in modo particolare dai più piccoli, i quali non aspettano l'ultimo giorno per passeggiare (mascherati con vestiti che rappresentano per lo più animali, personaggi delle fiabe, o tipici costumi folcloristici di paesi stranieri) su e giù per le strade principali della loro città, intrattenendosi a vicenda con il lancio di coriandoli e di stelle filanti. In molti centri la costruzione dei grandi carri, spesso abbelliti da splendide decorazioni con fiori, inizia varie settimane prima, e vede la partecipazione di molti gruppi locali. Scuole di ginnastica e di danza preparano allievi piccoli o grandi per le sfilate del giorno di Carnevale, che possono durare intere ore e che sono spesso anticipate da quelle più brevi che si tengono la domenica precedente. I cortei la fanno ormai da padrone in moltissimi centri, e sono accompagnati da piccoli gruppi che eseguono musiche latino-americane, da ballerini grandi e piccoli, e, naturalmente, da un gran frastuono. Va da sé che l'atmosfera, già di per sé molto allegra, viene ad essere completata da un menu altrettanto apportatore di gioia per gli amanti della tavola e che consiste in lasagne (in particolare in Campania), salsicce e ravioli con carne di maiale (nel nord), e due tipi di piccoli dolci. I primi - le "chiacchiere" o "bugie"- si preparano con un impasto consistente tra l'altro di farina, uova, zucchero, burro e scorza di limone grattugiato. Friggere dopo aver dato all'impasto la forma di nastrini o di striscette. I secondi - le "castagnole" - consistono essenzialmente dello stesso impasto dei krapfen; friggere dopo aver formato con esso delle palline. A sera ci si incontra in feste danzanti; il punto di ritrovo può essere un party privato o un locale pubblico, e gli invitati (spesso mascherati) si ritrovano ancora una volta circondati da ottimo cibo; il tutto a ritmo di samba, di rumba, e di musiche quanto mai festose e rumorose.
L'Italia tutta è percorsa da un desiderio di divertimento sentito non solo, come comprensibile, dai più piccoli, ma anche dai più grandi. Nelle seguenti città hanno luogo dei festeggiamenti che con il passar del tempo sono divenuti particolarmente famosi:
Venezia
La raffinata tradizione della città lagunare deve probabilmente l'origine a quello indetto nel 1662 per celebrare la vittoria del suo doge sul patriarca di Aquileia. In origine, il Carnevale veniva inizialmente celebrato solo il giovedì grasso con fuochi artificiali e spettacoli ai quali partecipava tutta la popolazione, incluso il doge. Nel Settecento i nobili diedero inizio alla tradizione di nascondersi dietro alla bauta, una mantellina nera di velluto o seta con cappuccio, a cui era fissata una maschera che copriva anche il volto; sia le varie corporazioni di mestiere che i quartieri della città preparavano maschere e costumi propri. Con il trascorrere del tempo la dimensione spettacolare sostituì il valore simbolico della festa, originariamente volta a consentire gli ultimi eccessi prima della penitenza quaresimale. Nel 1980 le autorità locali hanno incoraggiato la rinascita di un carnevale che, grazie ad un fascino pari a quelli della città stessa, attira migliaia di turisti mascherati da tutto il mondo. Con i loro costumi fantasiosi fino alla stravaganza ed all'eccesso, ma sempre pronti a sorprendere per la loro creatività, essi iniziano ad invadere calli e canali già da circa due settimane prima del martedì grasso. Ad accrescere il richiamo di questa atmosfera sono anche spettacoli vari, spesso offerti da artisti di strada, e cortei di vario genere. Gli organizzatori di questo Carnevale che si distingue per la sua classe hanno già previsto per quello dell'anno 2000 manifestazioni che lo renderanno ancora - se possibile - più unico.
Venite a godere questo incanto!!!
Viareggio
Già nelle due domeniche che precedono il Carnevale è possibile seguire sullo splendido corso di Viareggio le sfilate di giganteschi e magnifici carri allegorici i cui personaggi in cartapesta rappresentano personaggi ed eventi dattualità in veste satirica. La fama di questa celebrazione è tale da averne fatto la protagonista di varie trasmissioni televisive in diretta che ormai tradizionalmente accompagnano gli italiani nel corso di questa giornata.
Ivrea
In questo centro il Carnevale si celebra con la tradizionale "battaglia delle arance". Scontri accesissimi si svolgono tra due "eserciti" i cui soldati, a piedi e su carri a cavalli, cercano di colpirsi per l'appunto con questi frutti.
Putignano
Qui il Carnevale è visto in veste religiosa, in ricordo di una tradizione che risale a circa sette secoli fa. Quando le spoglie di Santo Stefano vi vennero trasferite da un monastero nella stessa regione, i contadini, abbandonato il lavoro nei campi, le seguirono cantando e ballando. Il Santo viene commemorato il ventisei dicembre, data da cui per l'appunto iniziano le celebrazioni del Carnevale in questa città. Come sempre, esse si concludono il martedì grasso, quando una processione accompagna il Carnevale (rappresentato da un fantoccio) e la sua vedova al rogo.
Degne di nota fra le altre celebrazioni sono quelle di Francavilla a Mare (anche qui predominano le sfilate di carri), quelle sarde (un interessante esempio è offerto da Mamoiada, i cui abitanti indossano maschere antropomorfe), e quella di Offida, in provincia di Ascoli Piceno (dove il venerdì grasso ha luogo una corrida che contrappone un toro finto alla popolazione locale, mentre il martedì grasso celebra la fine del Carnevale con una festa del fuoco).
Maria Lamkin lamkin@uni.net
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