La Nostra Famiglia A Roma

Saluti dagli Ambasciatori

di Yves Jaques

 

 

 

La Sinagoga ad Ostia Antica. Costruita dagli Ebrei, i fabbricanti delle chiatte che solcavano il Tevere, risiedeva fuori dalle mura protettive della città, addirittura oltre il cimitero.

 

4 Marzo, 1999

Eccoci, siamo qui seduti davanti al caminetto della nostra casa enorme; terribilmente moderna! Che strano. Ci eravamo immaginati una qualche villa antica e rustica con forse le stalle e degli stallieri, galline e pecore; tutto questo. Ma che possiamo dire, abbiamo scoperto una splendida casa a quattro piani con l’interno modellato come un grande pianoforte e naturalmente un grande piano nel salotto; una casa musicale per la nostra chiara compassione; un enorme seminterrato perfetto per uno studio, e con una vista su tutti i Castelli Romani e la pianura romana fin giù al Mediterraneo. Vi è perfino un terrazzo sul tetto dove si può prendere il sole nudi. Ebbene, siamo andati fuori di testa e abbiamo detto SI’.

Così siamo seduti qui davanti al fuoco cercando di individuare le nostre prossime mosse, tutto il tedio di rifarci una vita in uno stato nuovo; il sogno si scontra con la realtà; dove trovare una buona macchina a basso prezzo. Come ricevere le necessarie autorizzazioni e al contempo evitare le complicazioni burocratiche dello stato più penalizzato in Europa. Che burocrazia curiosa. Come dice il nostro amico David; fare affari in Italia è sempre un’esperienza emozionante. Il giusto approccio porta al compimento di qualsiasi azione intrapresa indipendentemente dalla legge. D’altra parte, le cose più semplici possono risultare impossibili, benché chiaramente legali. Quando siamo andati a fare l’allacciamento del telefono, ci hanno detto che era impossibile senza un "permesso di soggiorno" di un anno intero, cosa di certo impossibile per noi. Così ce ne siamo stati seduti in ufficio a dire "no, non capite, abbiamo bisogno di un telefono a Roma. Viviamo a Seattle, viviamo in Svizzera, viviamo a Roma, e quando siamo a Seattle vogliamo che il telefoni funzioni, quando in Svizzera vogliamo che il telefono funzioni e quando viviamo a Roma vogliamo che il telefono funzioni, capisce ?" E poi hanno detto, "no, non capite, senza un permesso di un anno non possiamo darvi un telefono." Allora siamo rimasti seduti lì a ripetere e ripetere la stessa cosa fino a quanto hanno capito che non avevamo intenzione di andarcene, a quel punto hanno cambiato parere e noi abbiamo un telefono. E' tutto molto strano; si deve solo argomentare fino a quanto o ti buttano fuori, o ricevi quello che vuoi. E' abbastanza divertente una volta che ti ci abitui. Mai ho visto uno stato con così tante leggi e tutte ignorate. Ogni bar ha un cartello contrassegnato dalla scritta "vietato fumare", e ogni bar ha una dozzina di fumatori che con gioia aspirano le loro sigarette. Nelle banche vi sono gli stessi cartelli e ogni persona allo sportello ha un posacenere pieno di cicche.

Il compito finora più scoraggiante è stato quello di cercare una macchina. Una persona ti dice che è impossibile a meno che tu non abbia una "residenza" (molto difficile da ottenere), un’altra persona ti dice, "macché, nessun problema, devi solo fare x, y, e z." Le regole qui sono come una caramella "mou". Ci si può preoccupare ma è pure una boccata d’aria fresca. Negli Stati Uniti, tutto è o nero o bianco. Il prezzo è il costo, se un cartello dice no, allora è no, ecc., ecc. Qui no significa forse, sì significa probabilmente, e il prezzo è una questione di conversazione. La franchezza tanto amata dagli americani viene quasi considerata qui una forma di scortesia. Molto interessante.

Allora che si può dire? Abbiamo passato un mese per cercare un posto dove vivere e ne abbiamo uno. Ora cerchiamo di trovare una macchina e di mettere Marcel a scuola. In un qualche modo Mimì e Yves sono riusciti a reclutare un grande bassista per il gruppo che ama la musica. Stiamo aspettando con ansia di ricevere le attrezzature spedite via mare in modo da iniziare a suonare ed esibirci. La scena musicale è così curiosa in Italia; i posti alla moda sono i Centri Sociali; con spettatori di ogni età, in parte sponsorizzati dal governo. Altrimenti vi è la scena della discoteca enorme. E poi una serie di piccoli clubs dove si rischia di illanguidire. Così stiamo retrocedendo per riformattarci un po’ e per iniziare bene con i Centri Sociali e per iniziare la ricerca di una agente per l’Europa; con la speranza di essere appoggiati da un altro gruppo. Sembra ci daranno dei contratti proficui.

Che altro? Aaahhh, stiamo semplicemente immergendoci nel peso della storia. Abbiamo passato vari giorni negli scavi enormi fuori ad Ostia Antica; l’antica città marina che nutrì Roma imperiale. Definirla gigantesca è un’affermazione troppo modesta – allora una città di 100.000 persone, che nel 18° secolo contava 150 abitanti. Il primo giorno abbiamo camminato senza mai fermarci e ci siamo resi conto all’imbrunire che stavamo per essere chiusi dentro per la notte e non avevamo visto che un terzo del tutto. La seconda volta ci siamo portati appresso cibo e vino e abbiamo bevuto nel tempio di Bacco brindando all’e-stasi e all’Arcadia, in mano il tirso e del vino scadente. Vi sono i più sorprendenti pavimenti a mosaico che celebrano lo sport, il commercio, il dio, il corpo politico, il culto degli imperatori, mitra, l’inferno; perfino Gesù. Mentre si cammina per le vie antiche ci si sente sospinti dalla folla degli spiriti che vagano. A fatica attendiamo l’estate quando i pezzi classici verranno attuati sul palco del teatro antico che ospita varie migliaia di persone ed è assolutamente pregno di uno spirito di potente tragedia.

Dio; e dobbiamo accennare; alla nostra "stella" pittrice; assorbita con i suoi bulini; mentre incide ogni superficie sulla quale si può lasciare un segno. Nella terra che ha coniato il termine graffito; lei è pronta a dipingere le mura. Da qualche parte sull’Atlantico c’è un baule pieno di colori e un cavalletto capace di sostenere una tela di 2,5m. Tutti noi l’abbiamo vista assorbire la gente e gli edifici e il traffico, il caos, le antichità, i cartelli stradali, gli animali, le donne che appendevano il bucato, quattro linee di macchine schiacciate in due corsie, le donne dai tacchi alti che guidavano i motorini sedute di lato, le zingare che suonavano musica e svuotavano le tasche nella metropolitana, ecc. Abbiamo la sensazione che dal momento in cui avrà di nuovo i suoi attrezzi, non la vedremo per un po’.

E Marcel? Sta bene come sempre, piccolino com’è e sa adattarsi! Gli abbiamo preso dei testi adottati per i bambini nelle scuole italiane e vi si è applicato con un’agilità sorprendente. Sembra a questo punto che lo metteremo in una scuola privata in quanto si deve essere residenti completi per mettere i propri figli in una scuola pubblica e abbiamo fatto il possibile per evitare l’occhio maligno della burocrazia italiana. Santo Dio, potrebbe perfino finire in una scuola cattolica! Stiamo forse crescendo un futuro papa? Si deve essere battezzati per andare a una scuola cattolica? Mmmmmm.

Ci scusiamo per tutto il tempo che ci ha richiesto il mettere insieme il nostro atto e scrivere una missiva, ora siamo sistemati a Il Laboratorio e vi potete attendere delle relazioni regolari.

Così Ciao! Ci vedddiamo dopo! Arrivederci!

Gli Ambasciatori.

Yves Jaques può essere raggiunto a yjaques@tiscalinet.it