Capitolo 13

Tutto Questo...

 

Estrelica rintracciò la strada per la Libreria Elliott Bay, cercò i suoi amici e scoprì che erano tutti dietro il magazzino a prepararsi il pranzo nel momento in cui lei si presentò alla cassa. Estrelica portò Greta al piano di sopra per alcuni minuti, guidandola al primo libro di fotografia che intravide; poi alla sezione dei bambini indicò Pooh; il primo giornale di Anais Nin; e si fermò vicino a ‘I loro occhi guardavano Dio.’

Greta non dovette fare molte domande e lasciò che Estrelica sfrecciasse finché disse "Greta, lo voglio fare."

"Fallo. Diranno la stessa cosa in dieci anni," disse Greta pestando il soffitto proprio sopra il tavolo sotto dove Alice, Midge, Fiona e Jeanette parlavano di Estrelica e Marx e Jason e Vic, e facevano delle ombre appoggiandosi al tavolo.

"Ho sentito che era con Vic la notte scorsa."

"Vic?"

"E’ stata solo una questione di tempo."

"Vorrei che… non so. Voglio dire, ancora le piace il reggae; per Dio."

"Oh, ehi, l’hai sentita quella del pomello della porta che se ne veniva camminando lungo la strada?"

Estrelica e Greta si unirono al tavolo attorno al quale erano seduti i loro amici che guardarono Estrelica prima di offrirle una sedia.

"Allora, l’hai già vista la caverna?"

"Di chi?"

"Quella di Vic."

"Chi è, comunque? L’ho solo appena incontrato." Chiese Estrelica.

"Un fautore di vedove o un corruttore di vedove, ecco chi è. Stattene lontana. Ti ricordi del tipo che sempre se ne stava vicino alle tubature? Quello che fischiava sempre la stessa canzone? Quello che era sempre pestato?"

"Cerca ancora di ritornare in Inghilterra. O per lo meno questa è l’ultima riga che ho sentito da parte sua. Te l’ha già detta, Strel?"

"Mi ha chiesto se volevo sposarlo."

"Sì, è proprio questa. Usare il suo passaporto e tutto il resto."

"L’ha chiesto a te?"

"No, ma l’ho già sentita. Non me l’ha mai chiesto."

"E una volta ha messo gli occhi addosso a me."

"Ma c’ero io prima di te."

"Solo di un paio di giorni."

"Estrelica, ma ce la fai a vederti proprio tutta presa dentro fino al collo con Vic?"

"Be’, che altre alternative ho qui?"

"Sì, è proprio la cosa hippy da fare ora; partire dal luogo a cui appartieni, ma io sono contenta qui."

"Senti, se te ne vai con lui, odierai il posto se ti molla."

"Non devo stare con lui."

"Già, giusto. Scusa, e lui che ci guadagna?"

"Non lo so. Devo già restituirgli l’accendino."

"Pesca nelle vasche da bagno, Estrelica. Devi avergli detto quello che vuole udire."

"Be’, come avrei potuto sapere cosa voleva sentire? Tutto quello che so è che ha qualcosa da condividere."

Tutti risero e le ombre sul tavolo scomparvero quando tutti si piegarono all’indietro per ridere meglio. Estrelica guardò Greta, che di rimando guardò Estrelica e scomparvero al piano di sopra. Entrarono tutte e due nella macchina di Estrelica perché Greta aveva bisogno di incontrare Jenny a pranzo al Daniel Smiths, e risero del tavolo pieno di ombre che avevano appena lasciato.

Greta ed Estrelica furono le prime della classe a provare a baciare i ragazzi. Avevano rubato nei negozi prima di tutti gli altri, avevano dovuto aprire un fondo per l’aborto delle amiche. Mai dovettero chiedere l’una all’altra il "perché" e sarebbero andate diritte alla spiaggia ogni sabato notte comunque e lì sarebbero rimaste fin quando tutti se n’erano già andati a casa.

Ma, se Greta aveva un dollaro per tutti Estrelica gliene doveva uno… Se Greta non avesse dovuto finire a casa di Estrelica per qualche notte… Se una delle due fosse rimasta attorno a Audrey un po’ più a lungo…

"Ti ricordi che c’era quel tipo nell’ultima casa della strada e ti sei sempre chiesta dove andasse in moto? E una volta ti ha portato tra la sterpaglia, lontano dalle tubature, fuori al Golden Gardens dopo che tutti se n’erano andati a casa? Non aveva mai detto niente a parole, ma tu sapevi? E si comportava come se ti conoscesse da anni?"

"Sì, mi ricordo."

"E sempre ti chiedevi come sarebbe stata la sua mandibola… tutto questo e anche dell’Europa?"

"Sono tutti matti."

"No, semplicemente non sono matti abbastanza."

"Mi scriverai, vero?"

"Solo se riesco a trovare il tempo."

"Per lo meno quando cambi indirizzo, di quando in quando."

"Be’, ci vorranno ancora alcune settimane. Ho un sacco di cose da sistemare prima."

"Estrelica, c’è una buona possibilità che mi sposi presto. E se puoi, vorrei veramente tu ci fossi."

"Hai una data in mente?"

"Oh, no."

"Una stagione?"

"No."

"Se avrò i soldi, sai che ci sarò."

Greta sorrise, le diede un abbraccio e andò a incontrare Jenny per il pranzo.

"Ti voglio bene, Greener," urlò Estrelica nel ricongiungersi al traffico.

 

Keith si sporse in avanti sulla moto per riuscire ad udire Vic.

"Ti ricordi di quella nella casa borgogna che ti mostrava la lingua e mai si asciugava dopo la doccia e che una volta sei andato a trovare e che sei rimasto lì per, qualcosa come quattro ore? Quattro ore e lei era ancora calda… Ehi, ce l’hai ancora il mio dulcimelo?

Vic riuscì a districarsi dal Buckaroo per dirigersi verso l’entrata dell’autostrada vicino al 5 Point, e restituì a Keith la motocicletta.

"Vic. Ritorna una qualche volta, promesso?"

"Ci proverò."

"Hai un bel fegato."

"Oh, è così che lo chiami?"

"Ti ricordi di quella volta all’entrata dell’autostrada a Roseberg per cinque ore quel giugno bruciante per andare giù verso Sacramento?"

"Dovevo sempre andare a raccattarti le chiavi e il portamonete!"

"Sì, e io dovevo sempre portarti a casa le donne."

"Ci pensi molto?"

"Qualche volta. Qualche volta più che posso."

Keith gli disse di prendersi cura di sé e gli diede un abbraccio da orso.

"Ne abbiamo passata di merda."

"E probabilmente non ne abbiamo ancora visto la fine: e ora, me ne vado di nuovo. Fino a Gravesend per una Triton, una pinta e una shepherds pie."

"Sei pazzo."

"Per fortuna."

Sulla via del ritorno, dopo aver portato Greta al Daniel Smith’s, Estrelica vide Vic per strada a piedi nel momento in cui lei si dovette fermare al semaforo. Lui non la vide, continuò a camminare. Estrelica notò che sembrava felice.

Di tutte le commissioni, Vic lasciò per ultima la banca e scoprì che aveva $690.88 a suo nome, ne prese la metà in travelers’ checks, ne mise venti nello stivale e pensò di ritornare al 5 Point per un bicchiere d’acqua. Pensò a qualcuno che lo voleva. Pensò a qualcuno che non lo voleva. Si schiarì la gola dal drago e s’incamminò nel giorno da cani di sole.

 

Estrelica e Vic, Capitolo 14

...e chi ti conosce?